Cari amici e lettori di comodailynews.net, siamo giunti a una nuova tappa del nostro viaggio attraverso i pesci che animano e che popolano il nostro lago. Potremmo dire anche i nostri laghi visto che viviamo in un territorio che ha il dono di vantare numerosi laghi dove vivono diverse specie di pesci.
Dopo il Pesce Persico e la Carpa l'attenzione si focalizza ora sull'Agone, quello che una volta "lavorato" diventa il classico "misultin".
L’agone ha un corpo relativamente alto nella parte anteriore, che va assottigliandosi nella parte ventrale e posteriore. Nell’insieme la sagoma ricorda quella di una foglia di alloro. Il capo ha un profilo triangolare e la bocca è ampia ed obliqua. La colorazione è tipicamente verde-azzurra con riflessi violacei sul dorso e bianco argentea sui fianchi, che nell’insieme crea uno splendore metallico del corpo. Caratteristica è la presenza di una fila di macchie nere rotonde (fino a dodici) che decorrono lungo i fianchi a partire dall’opercolo fino a metà del corpo. L’agone, più piccolo rispetto ai parenti marini, supera assai raramente i 35 cm di lunghezza.
I branchi di agoni stazionano in mezzo al lago per tutto il periodo dell’anno. Solo nella stagione riproduttiva si avvicinano alle rive alla ricerca di aree a bassa profondità e a fondale pietroso, dove poter deporre le uova. Al giungere della stagione estiva, quando la temperatura dell’acqua è intorno ai 15-16°C, gli agoni di età superiore ai due anni si radunano presso le rive dove le femmine, a più riprese, depongono le uova durante le ore notturne. I maschi inseguono le femmine a gran velocità e il corteggiamento spinge i pesci a compiere persino salti fuori dall’acqua. Il tipo di habitat è legato anche alle scelte alimentari della specie, gli agoni infatti si cibano quasi esclusivamente di plancton e solo gli esemplari più grossi tendono ad avere un’alimentazione almeno parzialmente ittiofaga.
Fino a pochi anni fa sul lago di Como la prima metà del mese di giugno era consacrata alla pesca dell'agone.
Ogni angolo di riva era occupato da qualche pescatore ed ognuno aveva il suo posto che non poteva essere usurpato. Per chi si permetteva di trasgredire a questa legge mai scritta e di occupare il posto di qualcun altro erano guai. Ognuno abbandonava l'abituale occupazione per dedicarsi alla pesca dell'agone.
Il mezzo privilegiato per la pesca era il pendent. Un'estremità della rete veniva ancorata a riva, l'altra era fissata alla barca che la tirava a semicerchio. I più esperti praticavano anche la pesca veloce "al volo".
Al primo sole estivo, davanti alle case dei paesi rivieraschi si vedevano le lunghe fila di agoni appesi con uno spago ad essiccare, dopo essere state pulite, salate e risciacquate da mani esperte.
L’agone è presente, con popolazioni molto consistenti, nel nostro lago e nel lago di Lugano. E’ una specie di grande importanza per la pesca sportiva e professionale. Una volta essiccato e pressato, l’agone diventa il famoso “missoltino”, che un tempo era alimento essenziale nella dieta della gente del lago e che oggi è apprezzato sulle tavole dei ristoranti locali. Polenta e missoltini...un vero orgoglio per la nostra provincia cantato anche in una celebre canzone da Davide Van De Sfroos.