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Viaggiamo nelle cartoline d'epoca: 1826. La storia del primo piroscafo lariano, il mitico "Lario"

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Dopo il viaggio alla riscoperta dell'antica linea ferroviaria Menaggio-Porlezza, noi di Comodailynews, sempre alla costante ricerca di emozioni che possano ricollegarci al nostro territorio in anni ormai remoti.

Questa domenica il nostro viaggio vuole riportarci ai tempi del mitico pionere del lago, il piroscafo Lario. In un'epoca in cui il Patria cerca, a fatica, di tornare agli antichi fasti e il Concordia riposa malato da troppo tempo ai box, è bello far tornare l'immaginazione a quando nacque l'epopea dei piroscafi e primo fra tutti il Piroscafo Lario.

Raccontiamo dunque la sua storia, perchè davvero merita di essere spiegata a chi già la conosce e a coloro che invece ancora non ne sono a conoscenza. Bisogna risalire al 1826, precisamente il 29 luglio di quell'anno, quando sulla spiaggia dell'Olmo, presso Borgo Vico di Como, venne varato alle ore 18 il Piroscafo Lario. Questo, costruito dalla ditta Church-Adreny era munito di macchina Foulton Watt a doppio effetto, della forza di 12 cavalli con scafo in legno e propulsione a ruote. Quel tardo pomeriggio a Como non mancava nessuno, cittadini, persino il vescovo di quel tempo, insomma una grande festa per tutta la città.

 

Prima di iniziare, il 16 agosto, le sue corse quotidiane sulla linea Como-Domaso, il Lario fece tre viaggi di prova e il suo primo comandate fu l'inglese Perham cui seguiranno Vincenzo Fusina e Luigi Civati.

Il Lario non è solo ma ha un gemello, infatto il 9 setternbre 1826, alle 17.00 viene varato, il secondo battello il Plinio, che entra in servizio il successivo 1 novembre sulla linea Lecco-Domaso, oltre la punta di Bellagio il Lario e il Plinio si incontrano per il trasbordo dei passeggeri tramite passarelle. 

Il grande mito di questi due pioneri del lago fu destinato a svanire in poco tempo. L'avvento infatti del piroscavo "Veloce" del 1841, accellerò il loro accantonamento. Oramai con l'avanzamento dei mezzi tecnologici erano divenuti obsoleti e nel giro di pochi anni, siamo nel 1846, vennero definitivamente accantonati e inseriti automaticamente all'interno delle memorie storiche della nostra città.

 

 

 

 

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