Aspettando Parolario, il percorso di avvicinamento alla sedicesima edizione della manifestazione dedicata ai libri e alla cultura che si terrà dal 16 al 25 giugno a Como, prosegue con un appuntamento dedicato alla strage di Nanchino e al cinema cinese.
Domani 25 febbraio alle 20.30 presso l'Associazione Giosuè Carducci di Como si potrà infatti assistere alla visione del film "I fiori della guerra" di Zhang Yimou e di "Non solo un film", il documentario realizzato da Paolo Lipari in occasione dell'uscita del capolavoro del regista cinese.
La serata, organizzata da Parolario in collaborazione conl'Associazione Culturale Sguardi, l'Associazione Caracol el'Associazione Giosuè Carducci di Como, sarà introdotta dal regista Paolo Lipari e dalla giornalista e sinologa Emma Lupano.
L'appuntamento sarà anche l'occasione per sottoscrivere la card Amici di Parolario 2016. Tutte le informazioni sulla Card si possono trovare al sito www.parolario.it.
Ingresso libero
Il film
Un film del 2011 firmato da uno dei più grandi registi contemporanei, il cinese Zhang Yimou (l'autore di Lanterne rosse, Hero, La foresta dei pugnali volanti...). Una delle produzioni più costose della storia del cinema cinese: più di 90 milioni di dollari. Una pellicola tratta dal romanzo di una donna, la scrittrice Geling Yan, dove protagonista è lo sguardo femminile di fronte agli orrori dell'umanità . Un'opera che recupera una delle pagine della storia più rimosse e imbarazzanti negli equilibri politici internazionali: la strage di Nanchino.
"I fiori della guerra", con protagonista Christian Bale, è al contempo un kolossal e un film intimista, un racconto di guerra e una storia d'amore, un pugno e una carezza. Impossibile sentirsi indifferenti. La vicenda che racconta è lontana nel tempo (siamo nel 1937) e nello spazio (si svolge nell'antica capitale cinese, Nanjing, invasa dalle truppe giapponesi). Ma ha la potenza di arrivare dritta al cuore di qualsiasi spettatore.
Un gruppo di giovanissime studentesse e tredici prostitute si trovano a divedere gli stessi spazi per proteggersi dalla violenza più cieca. Con loro un prete che non è un vero prete. Intorno un massacro che fece più di trecentomila vittime tra cui migliaia di donne stuprate e bambini innocenti.
A distanza di quasi ottant'anni da quei fatti documentati anche da fonti occidentali, ancora oggi, con dignità e compostezza, un fiume di visitatori raggiunge il Museo della strage di Nanchino da tutte le parti della Cina.
Il documentario
"Non solo un film" è invece il breve ma inteso documentario realizzato da Paolo Lipari in occasione dell'uscita del film "I fiori della guerra" a Nanchino, la città protagonista della storia: "La proiezione del film in una sala piena di ragazzi, coppie, anziani, tutti con gli occhi lucidi della stessa commozione è tra le esperienze più forti che io abbia mai vissuto al cinema. In un mondo dove tutti nasciamo smemorati e cresciamo in un isolamento che distrugge la stessa nozione di popolo, la presenza di tanti giovani cinesi sui luoghi che furono teatro di quella tragedia ribadisce nei fatti il monito che campeggia su un muro del Museo di Nanchino: si può perdonare ma non dimenticare", commenta il regista.